Mobbing

Mobbing: sostegno psicologico per ricercare strategie alternative.

 

Mobbing

 

Il Mobbing ( dal verbo inglese to mob: assalire, aggredire) è quella forma di terrore psicologico esercitata sul posto di lavoro da parte dei colleghi o superiori.

Le forme che il mobbing può assumere sono molteplici: dalla semplice emarginazione, alla diffusione di maldicenze, dalle continue critiche alla sistematica persecuzione, dall’assegnazione di compiti dequalificanti fino alla compromissione dell’immagine sociale. I rapporti con i colleghi si volgono alla conflittualità, diradandosi sempre più, relegando la vittima nell’isolamento e nell’emarginazione più disperata.

 

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COS'È IL MOBBING

Il modello di Mobbing più famoso è quello a sei fasi di Leymann:

  • Condizione zero o pre-fase: conflitto generalizzato che si esplica con banali diverbi d’opinione, discussioni, piccole accuse o ripicche.
  • I Fase – Il conflitto mirato- : si individua una vittima verso la quale viene intenzionalmente diretta la conflittualità generale. Il conflitto non è più oggettivo e limitato al lavoro, ma verte sempre più su argomenti privati.
  • II Fase l’inizio del mobbing: gli attacchi del mobber nei confronti della vittima si acuiscono e ad un tempo il mobbizzato percepisce un inasprimento delle relazioni con i colleghi.
  • III Fase – Primi sintomi psicosomatici- : la vittima comincia a manifestare dei problemi di salute: in genere un senso di insicurezza, disturbi del sonno e problemi digestivi.
  • IV Fase: Errori ed Abusi dell’Amministrazione del Personale: il caso di mobbing diventa pubblico in ragione del fatto che frequenti assenze della vittima per malattia finiscono per insospettire l’amministrazione del personale.
  • V Fase: Serio aggravamento della salute psicofisica della vittima: si registra un’emergenza clinica: il mobbizzato, di solito, soffre di forme di depressione più o meno gravi che possono richiedere la prescrizione di psicofarmaci e terapie supportive che, di fatto, hanno un solo effetto palliativo. Il problema sul lavoro, infatti, non soltanto permane ma nella maggior parte dei casi degenera.
  • VI Fase: Esclusione dal mondo del Lavoro: implica l’esito ultimo del mobbing ossia l’estromissione della vittima dal posto di lavoro, tramite dimissioni volontarie, licenziamento, ricorso al pre-pensionamento. 

 

I DANNI PER LA VITTIMA

La clinica colloca la vittima da Mobbing  nell’area del cosiddetto Disturbo Post-Traumatico da Stress che, nei casi più estremi, provoca una profonda alterazione della personalità e che induce la vittima ad un isolamento sociale progressivo di tipo difensivo al fine di evitare il ripetersi degli episodi di vittimizzazione.

I soggetti mobbizzati mostrano alterazioni dell’equilibrio socio-emotivo (ansia, depressione, ossessioni, attacchi da panico, anestesia emozionale); alterazioni dell’equilibrio psicofisiologico ( cefalea, vertigini, disturbi gastrointestinali, disturbi del sonno e della sessualità) e disturbi a livello comportamentale (modificazioni del comportamento alimentare, reazioni autoaggressive ed eteroaggressive, passività).

L'AIUTO PER CHI SUBISCE MOBBING

L’intervento rivolto ai soggetti mobbizzati  si svolge attraverso le seguenti attività:

  1. Valutazione anamnestica e degli eventuali danni subiti
  2. Bilancio di competenze finalizzato alla ricerca di possibili alternative lavorative
  3. Counseling finalizzato all’attuazione di possibili strategie.

 

 

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