Cambiare lavoro si può: la storia di Roberta

Quando ci contatta Roberta riferisce di sentire da qualche mese un crescente malessere professionale che sta via via diventando sempre meno tollerabile, tanto da sfociare spesso in vere e proprie crisi “esistenziali”. Il lavoro, che prima era la sua vita e per il quale tanto ha fatto negli ultimi anni, non le da’ più alcuna soddisfazione anzi, sembra aver perso di significato per lei, e sempre più si affacciano i sogni che aveva e che non ha realizzato.

 

CAMBIARE LAVORO

 

La situazione iniziale

Roberta è una giovane donna di 32 anni, molto energica e sicura di sé. E’ titolare da quasi 10 anni di un’azienda che ha aperto, in giovanissima età, grazie ad un’idea del padre. 

Mentre già lavorava è inoltre diventata madre e si è anche laureata.

Ha preso le redini dell’impresa di famiglia in età precoce, formandosi sul campo e acquisendo le competenze necessarie nell’esperienza quotidiana.

In pratica, dall’età di 21 anni, Roberta ha sempre lavorato e studiato mettendo molta energia e facendo sacrifici ma senza mai chiedersi realmente cosa amasse fare, ne’ quali fossero le sue reali aspirazioni.

Quando ci contatta Roberta riferisce di sentire da qualche mese un crescente malessere professionale che sta via via diventando sempre meno tollerabile, tanto da sfociare spesso in vere e proprie crisi “esistenziali”.

Il lavoro, che prima era la sua vita e per il quale tanto ha fatto negli ultimi anni, non le da’ più alcuna soddisfazione anzi, sembra aver perso di significato per lei, e sempre più si affacciano i sogni che aveva e che non ha realizzato.

Che fare?


Il primo step

Siamo partiti dal primo gradino, forse quello più alto: i sogni.

Dopo aver lasciato libero sfogo ai suoi desideri e alle sue aspirazioni abbiamo indagato con molta oggettività: cosa ama fare e cosa alimenta la sua energia e il suo entusiasmo.

Roberta, da sempre, è attratta  dal mondo dello sport: fin da piccola è una tifosa di una squadra di calcio di serie A tanto che da adolescente aveva già fondato il club di tifosi della sua città, organizzato trasferte e gestito eventi e iniziative. Questa rimane tuttora per lei una passione importante, che la fa sentire viva e stimola il suo interesse, anche se via via, l’ha sempre più relegata al mondo del “tempo in esubero”.

Una cosa però appare chiara: il suo sogno precoce, lavorare nel mondo dello sport dal punto di vista manageriale, è ancora vivo in lei.


Il secondo step 

Il secondo gradino che decidiamo di percorrere è “trasformare il sogno in un obiettivo”. Ma come?

Radicando il suo sogno nella realtà attraverso la risposta ad alcune domande:

  • Che nome ha il mio obiettivo? 
  • Cosa bisogna fare per realizzarlo?
  • Quanto tempo mi serve per realizzarlo?
  • Quali ostacoli sono disposta ad affrontare per realizzarlo?
  • Quali benefici mi porterà una volta realizzato?

Attraverso queste domande, il desiderio iniziale che aveva i contorni sfumati del sogno, comincia a prendere una forma concreta e reale e via via che questo lavoro prosegue, Roberta sembra acquisire energia e motivazione: ora sa che vuole diventare una Project Manager in Campo Sportivo.


Il terzo step

Questo ci permette di passare al gradino successivo ovvero “Cosa già possiedo per realizzare il mio obiettivo?”

La scoperta che fa in questa fase è affascinante: analizzando le sue competenze umane e professionali e le sue caratteristiche di personalità, la nostra cliente scopre infatti di aver maturato, negli oltre 10 anni di esperienza su campo, una capacità di sviluppo e gestione dei progetti che, indipendentemente dal contesto in cui viene applicata, è un bagaglio di capacità che ormai fa parte di lei. Negli anni ha saputo creare dal nulla un progetto, gestire risorse e ruoli, monitorarne l’avanzamento, organizzare gli asset di crescita, far fronte agli imprevisti, esattamente come accade nel mondo delle società e degli eventi sportivi. Forte di questo bagaglio cresce in Roberta anche il senso di autoefficacia.


Il quarto step

Il passaggio successivo riguarda il gap tra competenze possedute e competenze richieste dal ruolo che lei desidera ricoprire ovvero: 

“Cosa devo acquisire?” A questa fase corrisponde la presa di consapevolezza, da parte della nostra cliente, della necessità di radicare le proprie competenze nel settore di riferimento ovvero quello sportivo. Serve esperienza concreta, terminologia, aspetti tecnici di settore.  E quindi: “Come ottenerli”?


Il piano d’azione

Ecco dunque che il gradino successivo sul quale accompagniamo Roberta è la formulazione di un Piano d’azione concreto che consiste in passaggi ben definiti:

  1. ottenere competenze specialistiche possibilmente certificate
  2. maturare esperienza concreta all’interno di una società sportiva che rappresenti una base su cui costruire esperienza nel settore
  3. proporre la propria professionalità sul mercato 

Insieme a Roberta selezioniamo un Master organizzato da una importante Università finalizzato a formare Manager Sportivi, che è a numero chiuso e prevede un numero ristretto di partecipanti. 

Con il nostro supporto Roberta mette a punto un curriculum vitae redatto ad hoc e formula cosi la sua iscrizione al Master. 

Nel frattempo contattiamo diverse Società Sportive al fine di trovare uno stage che le permetta di cominciare a conoscere il mondo in cui ambisce entrare e che sia conciliabile con il suo lavoro.

Il suo senso pratico e le sue competenze manageriali vengono presto notate da una Società di Basket della sua città che la recluta come stagista per occuparsi dello sviluppo di un nuovo progetto.

Chiamata a colloquio dall’Università, qualche tempo dopo, può vantare sia la sua esperienza manageriale che quella nel settore sportivo come stagista: il suo impegno viene riconosciuto dal corpo docenti che la sceglie per il Master.


Epilogo 

Oggi, a 16 mesi di distanza, Roberta ha brillantemente concluso il suo percorso formativo e, riconosciuta la sua capacità di Project Manager, è stata presa dalla Società di Basket di serie A dove aveva cominciato come stagista  e dove si occupa della gestione e lo sviluppo del marketing. Ha ceduto le quote aziendali e si occupa del nuovo lavoro a tempo pieno.

Adesso il lavoro non è più vissuto come un sacrificio per potersi guadagnare il tempo libero: il tempo professionale fluisce in modo più semplice e il fatto che la passione sia il motore delle sue azioni ne riduce di molto la fatica. Molto spesso dichiara di divertirsi mentre lavora.  Le “crisi esistenziali”, di cui parlava all’inizio del nostro percorso, sono scomparse e si dice in grado di riconoscere la propria professionalità e apprezzare il proprio valore.


Nel suo caso i passaggi fondamentali sono stati

  • Partire da uno stato desiderato ma mai riconosciuto come plausibile
  • Radicarlo nella realtà
  • Costruire un piano d’azione concreto e tagliato su misura
  • Mettere a frutto i propri talenti

 

 

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